22/02/07

Riflessioni e pensieri

Correre alle 7 di mattina con Supermassive Attack dei Muse nelle orecchie ti fa riflettere molto. Pensi a tutte quelle persone che meritano davvero i gesti che fai per loro e che purtroppo sono lontane. Poi pensi a quelli che non li meritano affatto, ma tu li fai lo stesso, quelli che sono vicini; ti illudi di stare aspettando qualcosa che in realtà sai benissimo che non arriverà, quel "Godot" di Beckett che si può solo attendere: puoi parlarne, provare a descriverlo, immaginare quale sensazione proverai quando sarà nelle tue mani, ma in realtà non lo saprai mai veramente, perchè semplicemente non arriverà. La cosa peggiore è che, mentre aspetti, lui a distanza cerca di cambiarti e tu pensi "Forse se cambio arriverà", ma non è così. Lo fa solo perché pensa che tutti debbano essere come lui e tutti abbiano la sua stessa forza. Tu sai che cambiare è un bene per te, ma sai anche che ci vuole tempo. Il "Godot" invece pensa che gli stati uniti d'America abbiano conquistato l'indipendenza da un giorno all'altro. Flashback: alle 3:16 am ti svegli con un insolito senso di sete. Noti che il tuo cellulare si illumina, così, con gli occhi pieni di sonno, lo prendi e noti che il mittente del messaggio non è memorizzato in rubrica, ma non riesci a leggere il numero..."Pubblicità che arriva alle 3 di notte...questi sono fuori..." Poi leggi il testo, ti rendi conto di chi l'ha scritto e perchè non è memorizzato sul cellulare e cominci a maledire il giorno in cui i tuoi hanno deciso di ritornare a Napoli; pensi che lui merita davvero qualsiasi cosa tu possa fare. 6:10 am: non sei più riuscito a prendere sonno dalla lettura di quel messaggio così decidi che tanto vale alzarsi e vestirsi e cominciare la giornata. E' così che nasono le idee più strane, come correre di primo mattino. Torni, ti lavi, ti vesti e, mentre carichi i nuovi mp3 sul lettore, 40g di pane si abbrustoliscono nel tostapane. Una volta pronto, esci di casa con i Basement Jaxx che cantano "Do Your Thing", sgranocchiando il tuo pane per strada. Mentre cerchi le penne nello zanietto in aula studio, guardi quel portachiavi nella tasca delle penne e ricordi: ne avevi comprato uno di colore diverso a Roma con lui poi qualcuno lo ha rubato, ma la tua Grace lo ha ricomprato per te in un mercatino a Napoli. Due persone ricordate nello stesso oggetto che, coincidenza delle coincidenze, stanno entrambe lontane e nello stesso posto. Pensi che non riuscirai mai a concentrarti su quella maledetta dispensa di penale, ma ci provi; così per un paio d'ore studi, sottolinei, leggi, rileggi e poi, per fare una pausa, alzi la testa e lo vedi. E' lui, quello che al primo anno fissavi sempre in aula a costituzionale, col suo profilo greco, un sorriso da sballo e quegli occhi azzurri che ti ricordano sciarpe colorate, capelli rossi e una sfogliatella alle 11 di mattina. Lui invece i capelli ce li ha neri, indossa una maglietta a righe orizzontali che lascia intravedere un fisico curato ed un pantalone a vita bassa che mostra fiero intimo nero ed un sedere sodo. Così rimani fottuto a guardarlo per almeno 5 minuti fino a quando non decidi che è ora di smetterla e di mettere mano ad una Philip Morris sul terrazzo del bar. Mentre sei lì pensi "Ma se avessi detto a lui quelle cose ieri?!". Già, perchè ieri ad uno che mi dice "Che guardi?!" io furbamente rispondo "Ammiravo solo i tuoi pettorali e i bicipiti scolpiti...sono perfetti, dove ti alleni?!" davanti a tutta l'aula studio... poi ti rendi conto che hai fatto una enorme cazzata solo perché eri sovrapensiero...Sono questi i giorni in cui mi rendo conto di essere vivo!

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